Lingua dei segni e diritti

Il prossimo 30 ottobre, le cittadine e i cittadini ticinesi saranno chiamati a esprimersi sull’inserimento nella Costituzione cantonale del principio del riconoscimento della lingua dei segni italiana e dei diritti delle persone disabili. Si tratta di una proposta del Consiglio di Stato e sostenuta dal Gran Consiglio, che ha approvato all’unanimità il Messaggio governativo 8047 allestito in risposta a due atti parlamentari sul tema.

Sostengo con convinzione questa proposta perché ci sono valori e principi che fanno parte del nostro essere, della nostra quotidianità, dell’intendere e vivere la comunità. Sono valori silenziosi ma essenziali da cui dovrebbero scaturire diritti acquisiti. Per alcuni di questi non è così e la loro attuazione concreta deve ancora essere consolidata.

Mi riferisco per esempio alle pari opportunità, alla partecipazione, alla solidarietà e all’inclusione. In questo caso, metto l’accento sull’inclusione sociale, economica, culturale, formativa e professionale.

Per favorire l’inclusione sociale e garantire parità di trattamento, è necessario creare condizioni adeguate affinché le persone con disabilità possano accedere all’informazione e possano avere migliore accesso alle istituzioni e ai vari servizi sociali, esercitando appieno i propri diritti nella società, nella stessa misura di tutti gli altri cittadini. L’intenzione è quella di rafforzare i diritti delle persone con disabilità sanciti nella “Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità” del 2006.

Ho sostenuto con ferma convinzione l’iter cha ha portato a questo cambio di paradigma: finalmente non sarà più la persona con disabilità a doversi adeguare ai mezzi di comunicazione degli enti pubblici, ma saranno questi ultimi a dover garantire modalità adeguate e accessibili a tutti.

Alcune misure sono già in atto, come per esempio l’utilizzo della lingua facile su una parte dei portali dell’amministrazione cantonale (penso in particolare al nuovo sito web della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie o alle pagine dedicate al Coronavirus); le conferenze stampa che interessano tutta la popolazione, fruibili sul canale YouTube con i sottotitoli; il riconoscimento di servizi prestati da interpreti di lingua dei segni da parte dell’assicurazione invalidità, qualora siano necessari nell’ambito di una prima formazione, un perfezionamento o una riqualifica professionale. In vista della votazione del 30 ottobre 2022 la Cancelleria dello Stato ha creato un video informativo con la traduzione in lingua dei segni (prima produzione assoluta per una votazione cantonale).

Ora tocca alle cittadine e ai cittadini esprimersi in merito. Ritengo sia estremamente importante poter confermare il principio secondo cui la lingua dei segni e i diritti di informazione dei disabili debbano essere riconosciuti ufficialmente. Solo così potremo orientare la nostra società verso un futuro in cui valori come le pari opportunità, la partecipazione, la solidarietà e l’inclusione si traducano in diritti declinati concretamente nella vita sociale, formativa, professionale, sportiva, culturale e politica di tutte le persone, senza fare distinzione alcuna.

È un bel passo avanti: facciamolo insieme!

Testo tratto da
Corriere del Ticino, 29 ottobre 2022

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